Con Micol Ronchi siamo diventati amici scattando.
Uso questa foto perché, a quanto mi disse lei quando la vide, era insolita, non era la tipica foto fatta ad una gnocca per dimostrare quanto è gnocca.
In effetti quando l’ho fatta volevo tirare fuori qualcosa che andasse oltre la sua bellezza perché secondo me la bellezza fine a se stessa annoia.
È una foto che ha avuto molto successo.
Micol ha una gran testa sempre in fermento, è un frullatore che fa e disfà e centra sempre il punto nodale della situazione.
Qua sta riflettendo su non so cosa e neanche ho voluto saperlo.
Per me la cosa fondamentale è che lo stesse facendo, dandoci una visione insolita di se stessa e soprattutto di come ogni essere umano sia un qualcosa in più di come ce lo aspettiamo e di come ce lo hanno sempre mostrato.
Insomma se con le foto cercate la bellezza, la sensualità e la femminilità ma tutto ciò lo cercate solo nella fisicità e nelle pose delle modelle secondo me sarebbe bene che cerchiate una metodologia espressiva diversa dalla fotografia.
Sono passati quasi 4 anni da quando insegno fotografia all’ Accademia d’arte e design Leonetto Cappiello di Firenze.
Non è una robina semplice avere a che fare e interagire con teste e personalità sempre diverse e del tipo più vario considerando che io sono sempre io, ed ho anche una personalità particolarmente forte e le mie lezioni di fotografia hanno la presunzione di tirarti fuori anima, pancia, sangue e sudore.
Credo che la Fotografia si possa fare solo così, altrimenti si parla di scattini e stop.
La cosa bella è proprio questa, non snaturare nessuno ma anzi puntare a rafforzare quello che la natura ha regalato, aiutando i ragazzi a formare il loro stile, a potenziare le proprie percezioni, guidando le loro idee in base a come sono e non a cercare di creare tanti piccoli miei alter ego.
Ma la cosa che davvero mi rende felice è che tutto ciò non solo è possibile ma porta a notevoli risultati.
L’entusiasmo è sempre alle stelle qua si lavora sodo, ed è l’unico modo perché i ragazzi escano che sanno davvero fare e pensare, il clima è familiare, si creano rapporti che durano anche dopo anni, il mio attuale e preziosissimo assistente è un mio ex alunno, si fanno progetti molto interessanti che portano a risultati sorprendenti anche lavorando in sinergia tra varie materie ed è bellissimo vedere come i ragazzi vivano il mondo del lavoro, perché l’impostazione non è di tipo scolastico ma di tipo lavorativo, ogni progetto è una simulazione di lavoro o spesso un vero e proprio lavoro commissionato.
Bando alle ciance alle 2 screenshot di messaggi che mi hanno inviato 2 alunni sperando che rendano l’idea del senso della cosa.
Il lavoro del fotografo da senza dubbio dei privilegi, uno dei quali, secondo me il più interessante, è che da modo di entrare a contatto con persone che in qualche modo incuriosiscono per le loro personalità.
Sono incuriosito e affascinato dal mondo umano, forse è ricerca di qualcosa, forse studio, forse voglia di capire o forse la somma di tutto ciò, sta di fatto che qualunque sia il motivo per cui fotografo una persona (pubblicità, lavoro editoriale, servizio di moda, ecc.) il mio fine è sempre lo stesso: sintonizzarmi con quella persona e portarmi a casa foto che rimangano un canale diretto e aperto, una sorta di dialogo continuo tra me e il soggetto.
Poco mi importa se chi le guarda non capisce cosa ci stiamo dicendo, anche perché spesso vengono guardate per il fine commerciale col quale sono state scattate, anzi questo mi affascina ancora di più, mi concede una certa esclusiva di osservazione.
Ecco questo è il vero privilegio, un tipo di contatto che in altri modi non sarebbe stato possibile creare.
Ringrazio tutti i miei soggetti, e in questo caso specifico Justine Mattera che in quanto a personalità non è seconda a nessuna, ma li ringrazio di cuore perché mi offrono una cosa che per me ha un gran valore.
“La ragazza della porta accanto” è il nome della rubrica.
Par vari motivi non ho ancora sotto mano il giornale cartaceo, pubblico alcune delle foto scattate così come piacerebbe a me vederle sulla rivista.
Lascia un commento